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GuiDa oRo VeRoNeLLi 2024: i 5 MiGLioRi aSSaGGi + i 10 SoLe🌞

In ANTEPRIMA NAZIONALE, tra pochi minuti… [LIVE❗️da Parma]

Spoilero subito – per immagini – i 5 Migliori Assaggi dell’anno nelle categorie:

⭐️⭐️⭐️ Miglior Rosso

⭐️⭐️⭐️ Miglior Bianco

⭐️⭐️⭐️ Miglior Rosa

⭐️⭐️⭐️ Miglior Bollicina

⭐️⭐️⭐️ Miglior Dolce

Eppoi ci sono i 10 Sole🌞 :

Post Scriptum: Organizzazione & Concept dell’evento da 10 e lode (mai assistito prima ad una presentazione Guida Vini di tale livello!) e applausi 👏 👏 👏 scroscianti.

Post Scriptum bis: domani, tutti i dettagli e il racconto dei 10 Sole🌞 + i 5 Migliori Vini 👑 con il punteggio più alto della Guida Oro 2024, suddivisi per categoria.

🌞Trecento Vino Rosso 2015 FRANCO MARIA MARTINETTI: un vino succoso, a tratti agrumato, a tratti balsamico, di spettacolare vinosità sulle papille linguali e di memorabile piacevolezza globale. Chapeau🎩 a Franco Martinetti e al suo Rosso da urlo!

🌞Predappio di Predappio Romagna Sangiovese Riserva Vigna del Generale 2020 NICOLUCCI: un Sangiovese Superiore di Romagna tannico, concentratissimo, sapido, ma anche rotondamente succoso. Un rosso romagnolo archetipale e contemporaneamente unico nel saper gestire le doti di profondità e di spensieratezza, per poi “sprecarle” in un plebeo bicchiere di sangio romagnolo dannatamente tipico, indubbiamente suuuper!

Termina qui il succinto report della Presentazione I Vini di Veronelli 2024 Guida Oro, un tomo di 1.150 pagine da leggere con calma, magari in compagnia di uno dei vini valutati e firmati con la sigla di chi li ha assaggiati: a GB (Gigi Brozzoni), MM (Marco Magnoli), AP (Alessandra Piubello) e alla Redazione tutta del Seminario Permanente Luigi Veronelli, ivi inclusa la Presidente Angela Maculan, vanno i miei più avvinati e sinceri complimenti per la Guida e per la presentazione della stessa. Senza dimenticare che tale opera è il frutto di una Fondazione senza scopo di lucro e ricordando che Il Seminario Veronelli sostiene i progetti di ACRA, con la donazione delle “seconde bottiglie” inviate dai Produttori per la realizzazione della Guida e non utilizzate nelle degustazioni.

Cecilia Cinelli, fondatrice dell’ONLUS, ha spiegato che la donazione sosterrà i progetti e le attività di ACRA di Educazione alla Cittadinanza Globale e di dialogo interculturale che hanno l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sempre più sostenibile per le persone e l’ambiente, e valorizzare tutte le diversità che caratterizzano il nostro Paese.

Chiudo con un ipse dixit drammaticamente attuale…

Le guerre, le violenze, le tragedie continueranno sino a che esisteranno fedi che non siano la sola fede dell’uomo per l’uomo. [Luigi Veronelli]

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CaSa ViNiCoLa SaNTi: DaL 1843, aD iLLaSi.

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🥂eXPo RePoRT

DATE : : 7~10 Settembre 2023

LOCATION : : Greve in Chianti

EVENT : : 51° Expo del Chianti Classico

Ciao Expo! alla prossima…

🥂

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BoLLiCiNe Di ToSCaNa [5 LuGLio 2023]

PREMESSA
Metti una sera di Luglio (ieri) con una degustazione “frizzante” per 5 bollicine toscane.

Aggiungi i produttori delle 5 bottiglie, miscelati con la coppia organizzatrice dell’evento – Sara Cintelli & Milko Chilleri – riuniti nella sala dell’Hotel 5 stelle⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ Sina Villa Medici di Firenze.

Guarnisci il tutto con il touch finale di un VinSanto Occhio di Pernice firmato Usiglian del Vescovo STRATOSFERICO…

… e aggiungi la piscina lussureggiante dell’Harry’s Bar The Garden.
Ne esce fuori una serata speciale: sicuramente frizzante, esageratamente vinosa, spudoratamente goduriosa😜.

LA CRONACA
Si parte col botto! Il Farnito bollicine bianco brut griffato Carpineto, a base di uve chardonnay è di una piacevolezza disarmante: più succoso e divertente di uno Champagne (😱), più beverino e convincente di un Prosecco. È la sorpresa inattesa della serata (anche perchè Carpineto è una cantina nota per i suoi rossi, non certo per le bolle!)
Si vira al rosa con lo Spumante Rosé del Principe Corsini vinificato con uve sangiovese: sinceramente, bollicine e corpo sottotono, mi aspettavo di meglio… ma magari dovrei riassaggiarlo con calma e con il giusto abbinamento
3° assaggio vicinissimo al mare e alla costa versiliese:da Massaciuccoli, Tenuta Mariani presenta lo Spumante Brut Il Segreto 2019. Che dire? Si sente la carenza zuccherina (ok, è un Brut…) ma manca la succosità, con una nota speziata – sul finale di sorso – che nulla aggiunge alla piacevolezza di beva, che resta buona ma non oltre.
Si prosegue con il Bruvé Rosé Brut su base sangiovese, che riesce a sorprendere per finezza, eleganza, pulizia di beva e persistenza. Lo realizza, in modo magistrale, Usiglian del Vescovo. Bravi!
Si chiude con un “fuoco d’artificio”: L’eccezione 60 Brut Nature 2015, realizzato in quel di Riparbella dal Podere La Regola, con uve manseng e una piccola percentuale di chardonnay.
È il più strutturato, il più completo, il più vinoso, “il più” della serata. Semplicemente ESAGERATO!

That’s all, folks!

Post Scriptum: my personal thanks a Sara Cintelli! (per le mie “sviste”😜)

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DaViNuM: La CaNTiNa CHe NoN Ti aSPeTTi❗️

Ecco la sorpresa-bis, dopo quella d’inizio Maggio: volendo approfondire “chi sta dietro” al brand toscano Davinum – scoperto con l’assaggio del Nostrum 1 mese fa – ho deciso di visitare personalmente la cantina toscana ubicata in quel di Castelfiorentino, al piano “sotterraneo” di una struttura che ospita, al pianterreno, una lussuosa Azienda dedicata ai mobili e all’arredocasa (!). Appena scese le scale che portano all’ingresso della cantina Davinum, si apre davanti agli occhi uno spettacolo che le foto 👇 non restituiscono al 100% dell’esperienza reale.

《Davinum è una creazione della family Schaetti…》inizia a raccontarmi Matteo Corsini – team enologico Davinum – che mi accoglie con grande entusiasmo e mi fa assaggiare uno dopo l’altro: Toscanetti, un sangiovese in purezza di bella freschezza e ciliegiosità; Opal, un interessante vino rosa IGT fruttato e freschissimo, da riassaggiare con maggior calma e discernimento (è una promessa, non una minaccia😁); Solo Uno, una piccola (quantitativamente) ma importante (qualitativamente) produzione di “gran sangiovese” in purezza, prodotto solo nelle migliori annate e lasciato a maturare per 24 mesi in barrique nuove.
Che dire? Tutto moooolto interessante e di stra-ordinaria piacevolezza: ne riparleremo sicuramente nelle prossime settimane✳️, assaggiando i vini singolarmente e decifrandone in profondità il “loro carattere”, supportati dalla micrometrica scala valutativa dell’algoritmo qualitativo.
Una domanda, però, sorge spontanea: che cavolo ci fanno queste bellissime anfore 👇…

…ubicate nel bel mezzo della barriccaia Davinum??? (lo scopriremo solo bevendo😋).

✳️già tra pochi giorni, in anteprima di assaggio: Toscanetti 2022!

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RePoRT eSPeRieNZe Di ViTae [CeSeNa 25.03.2023]

Metti un sabato pomeriggio d’inizio primavera, in quel di Cesena – nei padiglioni della Fiera – con oltre 100 vini provenienti da Romagna, Emilia, Marche, Umbria, contraddistinti da un unico denominatore comune: le 4 viti AIS, ovvero il maximo premio assegnato dall’Associazione Italiana Sommelier ai vini delle regioni sopracitate.
Aggiungi gli oltre 20 banchi di assaggio con una “cinquina” di vini ciascuno, tutti serviti nel calice dagli esperti sommelier AIS.
Ne esce fuori un report che raccoglie le note di assaggio di una 20ina di vini selezionati “random” (che poi non è proprio un “accaso accaso”😁, ma una sensata selezione) a titolo di autosuggerimento😉 per i proximi vini emotional da raccontare qui sul blog. Si parte? Foto + note, please!

L'Albana secco Fiorile di Fondo San Giuseppe, 1° assaggio del pomeriggio, si presenta un filo troppo acidulo, un filo troppo minerale, un filo troppo verticale. Comunque buono.
L'Albana in anfora Vitalba di Tre Monti, vinificato in anfora, è un bianco di bella personalità: speziato, con una nota fumé sul finale, mooolto interessante e particolare.
Il Sangiovese Riserva Ronco dei Ciliegi griffato Ronchi di Castelluccio è interessante come struttura, seppur un filo indietro: acido e sapido sul finale di beva, forse abbisogna di ulteriore affinamento in bottiglia, prima di essere stappato e degustato al meglio. Da riassaggiare nel 2024/25.
Il Petra Honorii della bertinorese Tenuta La Viola è una Riserva di Sangiovese moooolto interessante e di gusto classico, oltre le attese. Mi intriga... e non poco!
Il Sangiovese di Predappio Raggio Brusa griffato Condé si è rivelato moooolto aderente alle peculiarità tipiche della DOCG: frutti rossi e tanta succosità di sorso, con la classicissima chiusura dal finale lievemente amarognolo. Buono!
Il Sangiovese pluripremiato Predappio di Predappio Vigna del Generale Riserva 2019 targato Nicolucci molto buono, ma dal finale fin troppo acidulo: non mi è parso all'altezza del blasone e dei premi ricevuti negli anni. Da riassaggiare con calma...
La Barbera Riserva del Monticino si è rivelata succosissima, con tanta ricchezza di frutti rossi, bella freschezza ed equilibrata acidità. Una sorpresa in positivo!!!
E' la volta del "Balciana" firmato Sartarelli: pienezza di frutto, esemplare equilibrio tra dolcezza e acidità, mandorle, spezie e miele per un SUPER Verdicchio dei Castelli di Jesi. Forse il miglior bianco assaggiato!
Sapidità, freschezza ed eleganza sono i tratti caratteriali del Verdicchio di Matelica Mirum 2020 griffato Monacesca: straordinario anche il finale di beva con note speziate e fumé. Notevole!
Il NOI 150 di Belisario è una versione elegantissima del Verdicchio di Matelica, dotato di bella sapidità ma anche tanta morbidezza, per un finale dalla finezza esemplare. Tra i migliori bianchi assaggiati!
Grandissimo rosso di Velenosi! Il Roggio del Filare ha espresso rotondità, pienezza di frutto, eleganza e potenza al TOP.
Maria Letizia Allevi produce un rosso letteralmente strepitoso! Isra 2019 sorprende per freschezza, succosità di frutto e facilità di beva, pur in un contesto di notevole forza estrattiva. Prendere nota...
Ancora un Verdicchio,dei Castelli di Jesi, stavolta nella versione Riserva 2019 realizzato da Villa Bucci: un bianco marchigiano che stramerita tutti i premi di settore ricevuti. Il prezzo dell'etichetta è alto (50€ e dintorni) ma ancor più alte sono le emozioni che regala alla beva!!!
Andrea Felici e il suo cru di Verdicchio "Il Cantico della figura" Riserva è il MIGLIOR VINO BIANCO dell'evento: serve aggiungere altro?
Il pluripremiato e blasonatissimo Rubesco Vigna Monticchio di Lungarotti, annata 2018, è un Grande (con la G cubitale) vino rosso umbro: a cercarci il pelo nell'uovo, vorrei però sottolinearne la tannicità fin troppo possente. Che sicuramente aiuterà una longevità esemplare. TOP!
Il Montefalco Sagrantino Molino dell'Attone 2016 realizzato da Antonelli è un rosso tuttofrutto, di strepitosa pienezza di sorso, con note morbidi, suadenti. Per rotodità e piacevolezza di beva, è il MIGLIOR ROSSO assaggiato!
Il Montefalco Sagrantino 25 Anni di Arnaldo Caprai, qui nella versione 2018, non ha certo bisogno di presentazioni: siamo al cospetto di un SUPER SUPER vino pluripremiato, che colpisce d'impatto per grandiosa estrazione di frutto e conseguente pienezza di beva. Se proprio vogliamo trovarci un difetto: tannino un filo sopra le righe e chiusura di sorso fin troppo amaricante. 
Il Campo del Guardiano 2019 di Palazzone è un grande, grandissimo Orvieto classico: pienezza di frutto, sapidità e rotondità di beva, per un bianco TOP!
Supersorpresa per il penultimo assaggio dell'evento, il Bianco 2020 Macondo: sorso fruttatissimo, ma c'è anche freschezza, sapidità, per un'etichetta davvero STREPITOSA. Tra i 3 migliori assaggi!!!
Finale in dolcezza per la Malvasia passita "Sensazioni d'inverno" targata Terzoni: è un vino dolce davvero ESAGERATO! Concentrazione di frutto, morbidezza, suadente rotondità di sorso, per un passito SU-SU-SU-SUUUUUPER!!!

prosit ! ! !

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i ViTiCoLToRi Di MoNTeSPeRToLi: L’uNioNe Fa La FoRZa…

… e crea un’immagine identitaria ben definita. Un incipit fondamentale per andare a raccontarvi i banchi di assaggio che hanno illuminato di vini e vignaioli il Museo della vite e del vino di Montespertoli, nella giornata di sabato 12 Novembre, con l’evento La Révolution à Montespertoli.

Titolo dell’evento che, a mio modesto avviso, va letto come Re~Evolution, cioè una rivoluzione che serve a creare un’evoluzione, una crescita, un’innovazione: ed Emotional Wines, pur nei limiti di una lucidità che si è sempre più rarefatta nel susseguirsi degli assaggi (oltre la 30ina di sorsi, ciucca🤪 docet), ve la racconta in modalità “instant” ovvero per immagini (+ 1 video📽) e per highlights.

Si parte con il Podere dell’Anselmo ovvero Fabrizio Forconi e i suoi vini, con la bottiglia più emozionale: Chianti Montespertoli Riserva. Rispetto alla versione d’annata assaggiata 1 anno fa [scoprila qui], la Riserva 2014 è più carnosa, più rotonda, più profonda nel sorso: da riassaggiare con calma, magari nella versione 2016.

Si prosegue con Coeli Aula con uno scoppiettante Stefano Meucci a presentare le sue creature vinicole, tra le quali mi ha impressionato positivamente il Chianti Riserva, più per le note fruttate che non per la profondità di beva. Prendo nota…

Passando a La Leccia, mi ha colpito al cuore un bollicine rosa a base di sangiovese: perlage finissimo, fragoline di bosco e susine, al naso e un’attacco in bocca gustosamente fruttato e pulitissimo, elegante. L’esclamazione Boh! ci sta tutta (ed è anche il nome del vino).

Ed eccoci al Podere Guiducci, un’Azienda particolarmente attenta a rispettare la biologicità nella produzione dei loro vini, con la mia preferenza che va al Tempora: un petit verdot elegante e molto nitido.

Si prosegue con Valleprima che, tra i vari assaggi della rassegna, è quello che mi ha colpito di meno, anche se il valido Ciliegiolo sarebbe da riassaggiare con calma.

Calma, che va a farsi friggere dinanzi all’imbarazzo della scelta delle varie etichette presentate dalla Tenuta Moriano, tra le quali seleziono un buonissimo cabernet sauvignon denominato Tufesco.

Tutto al femminile il banco di assaggio Casa di Monte, con la mia scelta che ricade sul supertuscan Robbia, un Rosso di Toscana IGT realizzato con un blend di cabernet sauvignon e sangiovese. Ottimo!

Eppoi c’è il Podere Ghisone, con Luca Nesi che, vedendomi traballante, mi suggerisce di limitarmi ad un unico assaggio: accetto il consiglio, cerco di recuperare lucidità e scelgo la Riserva 1797. Notevole!

Ormai ondeggiante tra un banco e l’altro, scorgo Giulia Conti della Tenuta Ripalta che malvolentieri – avendo notato la ciucca🤪 – mi fa assaggiare un sorsino piccolino del supertuscan L’Antenato. Interessante…

Arrivato ormai alla soglia dei 30 sorsi, mi trascino al banco del Castello Sonnino, dove l’enologo Renato Laconi mi spiega per filo e per segno le peculiarità dei suoi vini. Premo il tasto REC🔴 per fare un video, ma a causa del mio tasso alcolemico, qualcosa va storto; ne esce fuori una foto “di sgancio” che mi fa ricordare le belle doti beverine e la grande freschezza del Chianti Montespertoli 2021.

Viste le mie condizioni fisiche, al banco de La Lupinella, provano a controllare se sia ancora in grado di reggermi in piedi o debbano portarmi via in lettiga: nell’attesa, il Lupinello è risultato un rosso fragrante e beverino.🤪🤪🤪🤪🤪🤪🤪🤪🤪🤪🤪🤪 Arrivato ormai al punto di ciucca irreversibile🤪, anzi 1 nanosecondo prima, chiedo a Giulio Tinacci di Montalbino, PRESIDENTE DELL’ASS.NE VITICOLTORI DI MONTESPERTOLI: “scegli una parola per descrivere l’Associazione”… (e questa volta premo REC🔴 al momento giusto)

Post Scriptum: chiedo scusa agli altri banchi presenti nella Rassegna, per non essere stati inseriti in questo wine tasting. Alla proxima occasione, riparerò...
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MeTTi uN PoMeRiGGio Di MeZZa eSTaTe a DeGuSTaRe ViNi…

… da Panizzi a San Gimignano, in un’afosa giornata di Agosto, nell’anno più bollente🔥 del secolo, il 2022. Degustazione che prevede, in ordine sparso, 2 bottiglie di Vernaccia – il pezzo forte di Panizzi, con etichette differenti per vinificazione e vigneto di provenienza – e ben 5 rossi tutti da scoprire. Are you ready for drinking?😋 Let’s go! (mica devo tradurvi, vero?)

Si parte subito a bomba💣, con l’ormai leggendaria~iconica etichetta che ha scritto la storia della Vernaccia di San Gimignano: la versione Riserva. Assaggiata in 2 annate: la 2016, calda, suadente, morbida, rotondamente ammaliante e la 2017: più immediata ma con meno profonditá di beva, più fragrante e altrettanto morbida, ma con un filo di lunghezza in meno lato persistenza; retrogusto e piacevolezza sostanzialmente simili tra le 2 annate (ma se proprio dovessi scegliere, sotto tortura👿, andrei sulla ’16).

Restiamo in bianco – si fa per dire, visto il color oro del prossimo vino in degustazione – con EvoÈ 2016, una Vernaccia Macerata: la M maiuscola (mia licenza poetica che potrebbe far pensare ad una provincia marchigiana😁) è per sottolineare l’audacia e la forte tipicitá dell’etichetta. A mio modesto avviso, da stappare tra qualche annetto, nella convinzione di un’ulteriore evoluzione, perchè in assaggio ho avuto il sentore di un vino complesso e speziato, ma non ancora perfettamente maturo sul lato evolutivo. Lo riassaggeró, magari stappandolo in anticipo e bevendolo dopo qualche giorno, per capire se durante l’assaggio estemporaneo di oggi, ci sia stato soltanto la mancanza di una corretta ossigenazione.

Sorride soddisfatta Camelia (sales&marketing manager), nella bella e panoramica sala degustazioni di Panizzi, perchè sa che riuscirá a sorprendermi… con una sequenza di vini rossi da urlo (e da sbornia🤪).

Si parte con un Chianti Colli Senesi 2018 fruttatissimo e di grande piacevolezza: eppure è un rosso base!😳

Si prosegue con “la sua” Riserva, Vertunno 2013: più spessore, più struttura, un filo meno di freschezza e frutto, ma grande persistenza e bella tannicitá, con finale “scuro”, quasi cioccolatoso.

Per poi passare al San Gimignano DOC Folgóre 2015, un interessante blend sangio~merlot~cabernet: potente e morbido, succoso e dotato di lunga persistenza, ma forse – lato tipicitá – non un campione della tipologia.

(iniziano le foto sfocate…ciucca in arrivo!)

Si cambia vitigno e dal sangiovese&dintorni si passa al pinot nero nella versione d’annata 2020: una bella bottiglia, beverina e immediata, perfetta per un aperitivo estivo e per chi ama i rossi leggeri ma succosi.

(foto sfocata-bis: a un passo dalla fine…🤪)

Eppoi c’è lui, “il” Pinot Nero Ermius 2019, realizzato sulla base di un singolo clone (777) di pinot nero borgognone. Siamo all’apoteosi! Attacco in bocca tuttofrutto, come se assaggiassimo una marmellata di fragole~more~prugne~ribes; poi, stratosferico equilibrio tra struttura, persistenza e piacevolezza di beva: un vino emotional davvero al 🔝. Inatteso, a dire il vero, perchè San Gimignano fa rima con Vernaccia. E non puó esserci Vernaccia senza prima passare da Panizzi, no? Bè, Ermius sta lì impettito, a guardarci dall’alto in basso, guardando pure i vigneti di vernaccia con occhi👀 che tradiscono una malcelata invidia. Eppure non dovrebbe essere invidioso di nessuna etichetta, perché è lui, Ermius, l’assaggio più emozionante di questo vinoso🍷pomeriggio da Panizzi. Prosit!